Gilberto Zorio

Gilberto Zorio, nato ad Andorno Micca in Piemonte nel 1944, è tra i protagonisti più influenti dell’Arte Povera italiana. Dopo aver preso parte alle mostre di fondazione del movimento curate da Germano Celant  (La Bertesca a Genova; Arsenali di Amalfi; De Foscherari a Bologna) la sua prima personale è datata 1969 a Parigi presso la Galleria Sonnabend di Ileana Schapira, moglie di Leo Castelli, entrambi mercanti d’arte e principali galleristi del periodo. Questa mostra rappresenta la consacrazione del suo talento nel panorama dei poveristi. Presente anche nella celebre When Attitudes Become Forms, curata da Harald Szeemann alla Kunsthalle di Berna nel 1969. La sua molteplice presenza in Europa e oltreoceano lo promuove  rapidamente ad artista di fama internazionale.

La ricerca artistica di Zorio è volta a studiare il connubio tra materia ed energia, dotando l’opera di tensioni e spesso di movimento. Il processo che rende l’opera modificabile scaturisce dalla compresenza di elementi contrastanti, come rame, creta, piombo, zolfo, che producono reazioni chimiche, ma anche agenti come illuminazione e corrente elettrica conferiscono energia all’opera, donandole dinamicità. Le forme ricorrenti sono le canoe, i giavellotti, i crogiuoli e gli alambicchi di vetro e piombo che ospitano alchemici processi di trasformazione, ma tra le figure geometriche utilizzate primeggia la stella, figura atavica e cosmica.

Il prezzo delle sue opere è in continua ascesa: le tempere su carta hanno un valore che oscilla tra i 10.000 e 20.000 euro, in ambito scultoreo le stelle a cinque punte hanno un range di prezzo che varia tra i 30.000 e 90.000 euro. Diversa è la quotazione delle sue installazioni degli anni Settanta e Ottanta, proposte tra i 150.000 e 300.000 euro. 

Per purificare le parole…

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