Un bilancio del mercato italiano, nuovi trends e un breve riepilogo del decennio appena trascorso di Paolo Emilio Antognoli

L’anno 2019 si è chiuso positivamente per il mercato dell’arte italiana. Le maggiori nove aste di arte moderna e contemporanea tenutesi in Italia tra novembre e dicembre 2019, hanno registrato vendite per circa 34 milioni di euro e un relativo incremento nei prezzi di aggiudicazione.[1]I settori trainanti rimangono l’Arte Moderna e Contemporanea, a cui si è aggiunto negli ultimi anni anche un rinnovato interesse per l’arte figurativa del primo Novecento, premiando le opere dei grandi maestri del Novecento da Morandi a Fontana a Burri – la cui fortuna sembra ininterrotta. In molti casi la presenza di acquirenti stranieri ha contribuito fortemente al successo, sia nei settori dell’antiquariato che dell’Arte Moderna e Contemporanea. Anche per il Design alcune casa d’asta parlano del 70% di oggetti aggiudicati a clienti stranieri – provenienti soprattutto da Stati Uniti e Cina.

Nell’ultimo decennio, restando sul mercato italiano, si è assistito a un lavoro retrospettivo di riscoperta dei maestri trascurati. È così iniziato, dopo la crisi del 2008, un decennio di lenta ripresa alla riscoperta di importanti movimenti degli anni Sessanta. Il lavoro di Enrico Castellani è stato l’apripista di questa tendenza di successo della pittura estroflessa. Agostino Bonalumi, Paolo Scheggi e molti altri sono stati coinvolti nel magnetismo di questo trend. Ovviamente le Italian Sales sono state l’elemento chiave per il posizionamento dell’arte italiana sul mercato internazionale – con Manzoni, Fontana e Burri a dominare.

Negli anni più recenti, questo filone del mercato interno è risultato stazionario. I prezzi di alcuni di questi autori hanno raggiunto prezzi tali che la domanda non è più in grado di assorbire – benché ovviamente grandi nomi come Castellani mantengano ancora grande autorevolezza e capacità di attrazione per gli investimenti. Un’altra positiva riscoperta è stata la Pittura analitica che dopo un lungo periodo di oblio ha ritrovato grande apprezzamento nell’arco di tutto il decennio scorso, influendo positivamente sul mercato europeo, specie francese e tedesco. Questo mercato delle riscoperte, d’altro canto, è molto spesso un fenomeno internazionale. Nel decennio scorso c’è stato ad esempio un forte interesse anche per l’Arte Cinetica dall’Europa alle Americhe. Occorre tenere presente che l’attenzione retrospettiva per certi fenomeni e certe epoche storiche, come gli anni Sessanta e Settanta, trovano anche spiegazione nell’interesse generazionale per il passato, dunque legandosi a motivazioni sociologiche.

Per ritornare al quadro generale, occorre anche riscontrare le molte difficoltà del mercato italiano: da un lato le nuove crisi finanziarie e geopolitiche (Brexit e minacce di dazi doganali), che hanno determinato una inedita volatilità dei prezzi. Dall’altro, il peso della burocrazia: ad esempio, la questione del diritto di seguito per gli artisti, le politiche fiscali sfavorevoli, la lentezza per ottenere gli attestati di libera circolazione, tutte componenti che incidono pesantemente sul mercato interno, dove alla fine soltanto le case d’asta riescono a competere. In ogni caso, le prospettive di sviluppo dei settori legati al lusso e l’emergere di un nuovo afflusso di ricchezza dai paesi emergenti offre ottime aspettative. Tuttavia, per cogliere le nuove opportunità, gli operatori dovranno anche capire e adattarsi alle nuove tendenze del gusto determinate dai cambiamenti in atto.

Sono due in particolare le trasformazioni più significative: l’ingresso dei paesi emergenti nel mercato internazionale e il ricambio generazionale. I Millenials (i nativi digitali, più propensi al cambiamento e all’acquisto online, tutt’ora non ancora del tutto accettato) sostituiranno ben presto come acquirenti i Baby Boomers (i nati dal Dopoguerra agli anni Sessanta).[2]Il cambio generazionale, porta con sé un gusto rinnovato e una visione più spregiudicata del collezionismo, specie per quanto riguarda le arti del Novecento e l’arte contemporanea. Attualmente, l’interesse trainante è il settore del lusso. Quindi il design e nell’abitare gli arredi mid-century dei grandi designers novecenteschi, inoltre la ricerca di nuovi e sicuri investimenti nel campo contemporaneo. Per quanto riguarda gli artisti italiani mantengono ottime prospettive di investimento autori come Giuseppe Uncini, Salvo (in arrivo da Barbara Gladstone a New York), Ettore Spalletti e Luigi Ontani. Luigi Ontani, ad esempio, a fine maggio 2019 è risultato tra i top lot del settore arte moderna e contemporanea. Un suo acquerello monumentale su carta, StagionEtà di qua e di là, del 1990, è stato venduto da Bertolami a 87.500 euro. Anche autori come Giulio Turcato hanno ottime possibilità di valorizzazione. E si possono moltiplicare gli esempi. Invece tra gli artisti stranieri interessanti, ad esempio, si è verificato nel dicembre scorso da Finarte, un interesse sorprendente per un olio di Georges Mathieu della collezione Ugo Tognazzi. Occorre dunque capire quale sarà il futuro trend per cavalcarlo, tenendo presente che comprendere il mercato dell’arte è anche la chiave per prendere sane decisioni di investimento.

(1) Michela Moro, da Il Giornale dell’Arte numero 404, gennaio 2020 https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/arte-italiana-valuta-estera/132466.html (2) Cfr. l’articolo di Scott Reyburn, su “Il Giornale dell’Arte”, numero 404, gennaio 2020: https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/per-le-case-d-asta-meglio-vendere-lusso-che-arte/132469.html

Immagine Luigi Ontani, StagionEtà di qua e di là, 1990 (courtesy bertolamifinearts.com)
https://auctions.bertolamifinearts.com/it/lot/51454/luigi-ontanivergato-1943stagionetz-di-qua-/
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