Salvo
Salvatore Mangione (questo il nome di battesimo di Salvo) è nato a Leonforte in Sicilia nel 1947 e morto a Torino nel 2015. La prima fase del suo lavoro, negli anni Settanta, in linea con lo stile diffuso all’epoca, è strettamente concettuale. Ma sviluppando una sorta di autocompiacimento narcisistico, egli tende a compararsi in fotomontaggi con altri personaggi, tra cui i grandi maestri del passato, come Raffaello, o a scolpire frasi nel marmo, come la celebre “Io sono il migliore”.
È attraverso queste comparazioni con la storia dell’arte che Salvo, già nei primi anni Settanta, torna definitivamente alla pittura, anticipando quel grande movimento internazionale che dalla Transavanguardia italiana ai Nuovi Selvaggi tedeschi compirà una controrivoluzione rispetto alla fase concettuale: San Martino e il povero (1973) d’après El Greco, che egli espone nel 1974 al MuseoWallraf-Richardtz di Colonia in una sala dove si trovano Simone Martini, Lucas Cranach, Rembrandt, Cézanne, è una pietra miliare, come anche San Giorgio e il drago (1974) d’après Raffaello.
Ma è dal 1980 che Salvo svolge pienamente il suo stile maturo, virando definitivamente verso la pittura e lo stile che lo caratterizzerà in seguito. Produce perlopiù paesaggi, spesso anche originati da luoghi veri, ma trattati con un sapore primitivo, con alberelli giotteschi, dipinti con una ricca tavolozza, che varia dai colori pastello alle tinte acide, trasformati così in irreali paesaggi di sogno.
Le opere di Salvo, soprattutto la pittura, hanno un ricco mercato e godono di una buona quantità di scambi. I dipinti realizzati dalla metà degli anni Settanta e alla metà degli Ottanta raramente scendono sotto i 50.000 euro, con punte che superano anche i 150.000.