Julian Schnabel
Protagonista della stagione newyorkese di ritorno alla pittura negli anni Ottanta che poi ha descritto come regista nel film Jean Michel Basquiat, Julian Schnabel è una figura polimorfa che passa agilmente dall’arte visiva al cinema. Nato a Brooklyn nel 1951, lo stile artistico per cui divenne rapidamente celebre già alla fine degli anni Settanta è dato da una pittura irruenta, materica, coloratissima, perlopiù realizzata su tele ricoperte di cocci di piatti rotti. Una sorta di craclè, di mosaico che ricorda la materia grumosa del Gaudí della Sagrada Familia. La sua ascesa e il suo successo, anche sul mercato, furono così rapidi che la prima personale da Mary Boone, nel 1979, andò tutta venduta prima di essere aperta.
In seguito il suo stile si è evoluto, mantenendo il carattere fortemente neoespressionista. Spesso Schnabel dipinge su tende usate, legni, tessuti decorati, combinando pittura, materiali e parole. La parola, i cui caratteri cubitali mantengono però l’andatura della chirografia, si relaziona in modo stretto con la pittura, divenendo da una parte immagine essa stessa, ma al contempo declinando il significato delle forme colorate.
Intervallando il lavoro di artista con quello cinematografico, Schnabel ha ottenuto ottimi successi anche nel secondo. Nel 2007 il suo film Lo scafando e la farfalla ha avuto il primo premio per la miglior regia al Festival di Cannes.
Buono il suo andamento sul mercato. Mentre sono molte le opere che superano i due o trecentomila dollari, negli ultimi anni alcuni lavori storici sono stati venduti a cifre di oltre un milione.