La Tate Modern riapre con una protesta

Ieri ha riaperto per la prima volta, dopo quattro mesi dalla sua chiusura, la Tate Modern di Londra
L’inizio però non è stato dei migliori, perché all’ingresso dell’edificio non aspettavano i visitatori in attesa di poter entrare, bensì un ampio gruppo di dipendenti che manifestava munito di mascherine e striscioni. 
Il motivo che ha scatenato le proteste è stata la pianificazione di tagli al personale, per un totale di circa 200 posti. 
Un portavoce della Tate ha subito chiarito però che la Galleria ha già stanziato 5 milioni di sterline dalle sue riserve per supportare la sua parte commerciale e che compenserà la perdita di entrate con la somma di denaro, ancora da determinare, che riceverà dal governo inglese. 
A supporto delle proteste c’è il sindacato PCS, uno dei più importanti del Regno Unito, che ha chiesto alla Galleria di investire il 10% di un salvataggio governativo per salvaguardare questi posti di lavoro. 
Il segretario generale del sindacato ha inoltre affermato che supporterà i suoi membri qualsiasi cosa decidano di fare, compresa un’azione di sciopero prolungata. 

Sharing is caring!

Iscriviti alle nostre newsletter

L'Arte parla in tutte le lingue, ha sempre qualcosa da dire. Anche per e-mail.