La crisi del Covid-19 rivolge l’attenzione all’arte digitale ? Per il momento sono le istituzioni a guidare il collezionismo di Net Art
Intervista a Magda Sawon

di Fabio Cavallucci


La crisi del Covid-19 rivolge l’attenzione all’arte digitale? Il lockdown degli ultimi mesi ha contribuito a spostare online gran parte del mercato dell’arte. Così abbiamo visto fiere, gallerie e case d’asta trasferirsi su internet, aprire viewing room o sofisticate presentazioni 3D e VR. Ma la domanda è:

“Il trasloco del mondo dell’arte sul digitale ha anche favorito le vendite di Net Art, che online c’è sempre stata?”


L’arte digitale non è un prodotto facile per il mercato. Non solo perché tutto ciò che si trova su Internet è potenzialmente replicabile in un numero infinito di copie, ma anche perché i suoi primi protagonisti, come Vuk Ćosić, Jodi.org, Alexei ShulginOlia Ialina, Heath Banting0100101110101101.org (poi rivelatisi come Eva e Franco Mattes), sono basati su una cultura situazionista, vicini all’hackeraggio, così da essere persino ostili all’idea di mercato. Quasi tutti sono sostenitori del principio del free copyright. Inoltre i prodotti sono perlopiù siti web e software difficilmente circoscrivibili in oggetti o perlomeno in elementi stabili.


Ma, si sa, le cose cambiano: sulle opere d’arte si deposita la polvere del tempo e ciò che una volta non era nemmeno pensabile finisce poi nelle collezioni dei musei. Il MoMA di New York, proprio nel nuovo allestimento inaugurato lo scorso ottobre dopo l’ampliamento, ha sfoggiato un’opera iconica di Jodi, My%Desktop. Ma anche altre istituzioni, tra cui lo SFMoMA, stanno acquisendo opere di Net Art. Insomma, come spesso accade, apripista per il mercato sembrano essere le istituzioni. Ma quando ciò avviene, di solito i collezionisti vanno a seguire.


In questo difficile frangente, le gallerie che si occupano di digitale, come l’olandese Upstream, o le newyorkesi Postmasters e Bitforms, oppure la Transfer, che prima aveva sede a Brooklyn e ora a Los Angeles, se non si può dire che stiano prosperando, sembra almeno stiano riuscendo a cavalcare le onde della tempesta attuale. 
Abbiamo intervistato Magda Sawon, direttrice e fondatrice di Postmasters, che tra le piccole gallerie è una delle più grandi, avendo, oltre che una sede a Tribeca, una seconda a Roma. 

La crisi del Covid-19 rivolge l’attenzione all’arte digitale?

Ha osservato un aumento di interesse per la Net Art in questo momento in cui il mercato si è trasferito tutto online?


Con la pandemia globale e la chiusura degli spazi fisici delle gallerie c’è stato un innalzamento di interesse per la Net Art e l’arte digitale in genere. Detto questo, la Net Art rappresenta una fetta di mercato veramente di nicchia, sopraffatta dai media tradizionali. In parte oppone una certa resistenza ad essere posseduta, perché si tratta di live performance che non possono essere racchiuse e rese “commerciabili” (ad esempio Summer di Olia Lialina, che è uno dei miei lavori favoriti, non è vendibile, poiché richiede una sequenza di 20 url per presentare un Gif). Per ora sono solo una manciata di curiosi innovatori e collezionisti a riconoscere la Net Art come il medium del nostro tempo e ad acquistare attivamente opere digitali.

Ha osservato anche qualche movimento effettivo nel mercato della Net Art? Quali sono gli artisti più interessanti e quali i loro prezzi?


Dato che siamo coinvolti con l’arte digitale da più di venti anni, a partire dalla mostra Can You Digit del 1996, nel corso del tempo abbiamo avuto un discreto successo nel trovare collezionisti e istituzioni interessate. Molti siti internet di Rafael Rozendaal sono stati venduti a collezioni private e istituzioni (tra cui lo Stedeljk di Amsterdam).

Abbiamo venduto opere di Wolfgang Staehle e di Jennifer e Kevin McCoy al Met e al MoMA, e più recentemente Rafael Rozendaal al Whitney Museum, giusto per accennare ad alcuni. Ricardo Uncut è poi una pubblica commissione del Whitney Museum realizzata da Eva e Franco Mattes che ho anche disponibile per la vendita. Lo SFMoMA ha acquisito il loro Ceiling Cat dopo averlo esposto nella mostra Snap+Share.

Più recentemente durante la pandemia, abbiamo venduto un’altra edizione di Ceiling Cat al X Museum di Pechino, un’istituzione molto giovane e innovativa diretta da Michael Xufu Huang.
In generale, dati i prezzi esagerati dell’arte contemporanea, c’è in questo momento un’enorme opportunità di comperare arte digitale a prezzi davvero ragionevoli (da 10 a 50mila dollari). Lavori che definitivamente diventeranno parte del canone. 

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