Il mercato dell’arte nell’era di Internet

di Giuliano Papalini

La recente metamorfosi di Artprice.com (il database più completo e aggiornato del mercato mondiale delle aste) in Artmarket.com, diventata a tutti gli effetti una immensa piattaforma di vendita di opere online, è uno dei segnali inequivocabili dell’ingresso ufficiale nel web del mercato dell’arte. D’altronde, a fronte dell’inarrestabile espansione che dura ormai da oltre 20 anni, il mercato dell’arte, soprattutto moderna e contemporanea, con un giro d’affari che nel 2019 ha superato i 70 miliardi di dollari, si conferma come una eccellente fonte di investimento. Particolarmente allettante in presenza della volatilità di altri canali, a cominciare dai mercati finanziari. Infatti, pur a fronte di una leggera contrazione del volume di vendite, anche l’anno passato, l’indice generale dei prezzi è aumentato di oltre il 5% (quasi 40% per il settore contemporaneo), evidenziando una reale crescita della domanda. Ma crescendo, la domanda diventa sempre più sofisticata ed esigente e chiede risposte chiare, rapide e al passo coi tempi. Risposte che i canali tradizionali faticano a soddisfare. E’ qui che entra in campo l’innovazione tecnologica, in grado di offrire le soluzioni e gli strumenti necessari per soddisfare queste richieste attraverso l’utilizzo della rete.

Le case d’asta in questi anni, si sono adattate più rapidamente al cambiamento, mentre il settore delle gallerie è ancora in ritardo. Fatta eccezione per alcuni grandi operatori internazionali che tra il 2017 e il 2018 hanno lanciato le loro online viewing room.

Per meglio comprendere come la rete sia già di fatto un elemento determinante per lo sviluppo futuro del mercato dell’arte, basti pensare che il 2019 si è chiuso con transazioni che hanno sfiorato i 5,5 miliardi di dollari, segnando un +10,2 % rispetto all’anno precedente, e circa l’8% di vendite del mercato globale. E dalle prime stime degli analisti del settore emerge che nel 2020 sarà ampiamente superata la soglia dei 6 miliardi, fino a raggiungere i 10 miliardi di dollari entro il 2023.

Trasversale ed eterogenea la composizione del target di riferimento dell’acquirente d’arte online: si va dalla generazione digitale alle prime esperienze, al collezionista tradizionale. Secondo il report 2019 Hiscox online art trade quasi il 25% dei millennial che oggi collezionano, prima di acquistare arte nel web non aveva mai comprato opere: ne’ in galleria, ne’ in un’asta, ne’ nella miriade di fiere che popolano il pianeta. E inoltre ben il 30% dei collezionisti di nuova generazione dichiara di preferire gli acquisti online a quelli “tradizionali” (nel 2017 erano poco più del 10%). Di questi, circa l’80% rivela di aver fatto, nel 2019, più di un acquisto di opere online (+ 20% rispetto al 2018).

Il valore medio degli acquisti online rimane ancora piuttosto basso, principalmente opere attorno ai 5-10 mila dollari, ma negli ultimi anni il web sta conquistando anche i cosiddetti “big spender” del mercato dell’arte. Grandi collezionisti che cercano sempre di più informazioni in rete. Sempre secondo il report, sono proprio coloro che spendono più di 100.000 dollari all’anno in arte quelli che passano più tempo sulle piattaforme online. E il 47% di loro ha anche dichiarato di aver fatto acquisti online negli ultimi 12 mesi. Nel 2018 questa percentuale era del 30%.

Investimenti tecnologici a parte, che stentano a decollare soprattutto nel settore delle gallerie e in particolare in Italia,la grande sfida per il business online dell’arte rimane la costruzione di un solido rapporto con i clienti basato sulla fiducia. Analizzando i dati del Hiscox online art trade report 2019 emerge infatti che il 60% di chi compra arte online, infatti, vede nella difficoltà di conoscere la reputazione del venditore il più grande ostacolo, assieme alle problematiche legate all’autenticità dell’opera (62%) e alla visione fisica delle stesse (70%).Quella della “fiducia” è,quindi,una sfida che riguarda in primo luogo le piattaforme online-only, mentre quelle legate a realtà fisiche hanno gioco più facile, vivendo della reputazione dei brand consolidati che hanno alle spalle. Matra i fattori chiaveche determinano il successo o meno del mercato online ci sono anche: latrasparenza dei prezzi (87%)e leinformazioni relative agli artisti e alle opere (81%). Due punti, questi ultimi, che vedono le gallerie decisamente carenti. Anche quando decidono di atterrare su piattaforme “potenti” come Artsy.

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