Icaro Paolo

Pietro Paolo Chissotti, in arte Paolo Icaro, è nato a Torino nel 1936. Ha partecipato alle mostre iniziali dell’Arte Povera (Arte Povera e Im-Spazio, Galleria La Bertesca, Genova, 1967; Arte Povera più Azioni Povere, Arsenali di Amalfi, 1968) e alle grandi rassegne che hanno segnato il passaggio stilistico epocale verso l’installazione e l’arte concettuale (When Attitudes Become Forms, Kunsthalle Bern, a cura di Harald Szeemann), ma il suo lavoro si è sviluppato in modo piuttosto indipendente da gruppi e movimenti. Se nei primi anni utilizza principalmente la terracotta, in seguito i materiali delle sue opere si fanno più vari, così come le forme. Con il metallo realizza gabbie che occupano lo spazio o curve filiformi, ma altre volte sono i ready made – gli oggetti trovati – ad essere base del suo lavoro. Ad Amalfi, nella celebre mostra dell’Arte Povera, prende spatola e calcestruzzo e sistema l’angolo sbeccato di un edificio: azione minimale, che si colloca sul piano etico più che su quello estetico. È nel corso degli anni Sessanta, quando si trova negli Stati Uniti, dove ha trascorso lunghi periodi della sua vita, che inizia a utilizzare il gesso: materiale minore, povero, di solito usato per fasi intermedie della produzione artistica, che per lui diviene uno dei materiali preponderanti, dato l’interesse dell’artista per l’utilizzo del caso, dovuto a un materiale liquido che subito si consolida. Le sue spatolate di gesso consecutive formano linee, cornici, colonnine, collocate a metà tra il naturale e l’artificiale, dall’aspetto instabile e precario.

I valori di Paolo Icaro non sono ancora molto alti, ma tendono lentamente alla crescita. La sua storia consolidata e l’interessamento da parte di gallerie di qualità fanno tuttavia sperare in un ottimo rilancio.

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