I curatori del Guggenheim Museum di New York esortano il museo a rinnovarsi  

La morte di George Floyd e i movimenti di protesta antirazziali stanno producendo terremoti nei musei americani. Dopo una lettera del 20 giugno da parte di un gruppo di dipendenti del Guggenheim, del Metropolitan Museum of Art, del Metropolitan Opera e del MoMA in cui si criticava la politica non inclusiva delle rispettive organizzazioni, è del 22 giugno una lettera molto dura del Dipartimento Curatoriale del Guggenheim alla direzione del museo nella quale si attacca il razzismo sistemico dell’istituzione. La lettera chiede cambiamenti immediati per modificare “un ambiente di lavoro iniquo, che consente il razzismo e altre pratiche discriminatorie”. “Scriviamo per esprimere preoccupazione collettiva nei confronti della nostra istituzione, che ha urgente bisogno di riforme”. La lettera invita il museo a rivedere le pratiche di assunzione e garantire quest’ultima anche a curatori di colore. Richard Armstrong, direttore del museo, ha risposto in maniera propositiva alla lettera, chiamando anche alcuni curatori direttamente al telefono. Frattanto però Nancy Spector, capocuratrice e membro della direzione, ha preso tre mesi di aspettativa, mentre Troy Conrad Therrien, curatore del dipartimento di architettura e iniziative digitali, ha scelto di inviare una lettera di licenziamento.

Nello specifico il terremoto del Guggenheim sembra sia stato prodotto da alcune affermazioni di Chaédria LaBouvier, storica dell’arte, nera, coinvolta in una mostra di Jean-Michel Basquiat, che considera quella esperienza “la più razzista” a cui sia mai stata sottoposta, tanto da non essere nemmeno stata invitata a partecipare alla discussione del panel con gli altri studiosi, tra cui alcuni che lei stessa aveva selezionato. La lettera del Dipartimento Curatoriale chiede che venga istituita una commissione di indagine per verificare quei fatti. (Da “The Art Newspaper”)

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