Arte all’aperto

Un excursus tra i parchi di sculture in Italia

di Fabio Cavallucci e Elena Rossi

Il prolungato lockdown ci ha resi smaniosi di uscire, di incontrare altre persone, di visitare luoghi ameni e siti culturali? Vorremmo stare all’aria aperta, ma anche tornare a vedere mostre e musei, che stanno riaprendo un po’ dovunque? E come fare con le regole di distanziamento sociale che ci impongono ancora dei limiti? 
Se per i cinema e gli spettacoli dal vivo l’Italia è costellata di piazze, arene e teatri all’aperto, dove non è difficile assistere ad eventi mantenendo le distanze, un po’ diversa è la situazione per le arti visive. Ma anche qui ci sono luoghi che paiono perfetti per la presente stagione: sono i parchi di sculture. Ce n’è una bella varietà, di carattere e tipologie diverse, dal Trentino alla Sicilia: dai giardini tematici a quelli monografici, dai parchi legati allo genius loci a quelli che fanno sfoggio di opere di importanti artisti internazionali. Ma tutti hanno un carattere in comune: coniugano natura e artificio, benessere e cultura. Una visita a questi luoghi, in questa fase di stasi dalla pandemia, può essere veramente rigenerante. E molti di essi non hanno lasciato cadere l’opportunità per organizzare qualche appuntamento particolare, sollecitando le visite del pubblico. 

In questo excursus lungo la penisola, si parte con Arte Sella, un parco tutto speciale: situato in una delle più belle valli del Trentino, è costituito da lavori realizzati con materiali naturali immersi nella natura. L’arte, qui, è un organismo “vivente”, giacché il legno, le pietre e le piante che costituiscono le istallazioni sono in perenne evoluzione: crescono e si spostano, si rompono e decadono. Vanno curate, coltivate, ripristinate periodicamente. Un caso per tutti, la celebre Cattedrale vegetale di Giuliano Mauri, composta da filari di piante: qualche anno fa una nevicata né abbatté la maggior parte, e subito si provvide a piantarne di nuove. In questo museo a cielo aperto non vige il concetto di conservazione, di autenticità, non conta la “mano dell’autore”: qui è la natura a farla da padrone, e l’uomo, anche artista, non può che essere un modesto servitore teso a esaltarne il carattere e la forza.

Jaehyo Lee, 0121-1110=115075, 2015

Scendendo lungo la Val d’Adige, già in Veneto, presso il comune di Dolcè, troviamo il Bosco dei poeti, un progetto realizzato dall’artista trentino Lome (nome d’arte di Lorenzo Menguzzato), ben noto per i suoi volti colorati, prodotti in quantità seriale come nella pop art, ma densi di sentimento come nell’espressionismo. Nel corso di quasi un ventennio Lome ha invitato poeti e artisti a inviare poesie e disegni che ora fanno mostra di sé appesi agli alberi lungo un percorso di complessivi 12 chilometri di sentieri su 13 ettari di bosco. Maurizio Cattelan, Luigi Ontani, Nicola De Maria, Andrea Zanzotto, Edoardo Sanguineti, Alda Merini o un genius loci come Gigi Zoppello, sono solo alcuni dei 600 autori che, insieme a Papa Wojtila e al Dalai Lama qui hanno lasciato il loro contributo in schizzo o in rima. Il bosco, con la bella stagione si accende di eventi e iniziative. Lo yoga e la meditazione negli ultimi tempi sono una delle attività privilegiate, nella considerazione, ora rafforzata dalla situazione post Covid, che la natura e la cultura si possano unire quando anche il corpo partecipa a questa visione olistica.

Bosco dei poeti, sessione di yoga

Procedendo verso sud, lasciando a Rimini la A14, troviamo a San Marino un Museo diffuso nel centro storico. Le opere, esposte lungo le strade e le contrade, ci accompagnano durante la scoperta dell’antica Repubblica, in un connubio tra muri medievali e materiali e stili contemporanei. Il governo del Titano, che aveva una importante tradizione di biennali d’arte purtroppo estinta, ha raccolto negli anni sculture che interpretano il tema della pace secondo la visione di artisti di qualche lustro fa, come Emilio Greco, Aligi Sassu, Kiyomi Sakaguchi e Giorgio Oikonomoy. Ma a sorprendere il visitatore non manca qualche chicca più recente, come un precoce lavoro di una star contemporanea quale Maurizio Cattelan.

Se si risale tra le valli appenniniche per arrivare in Toscana, ancora in Romagna, a Santa Sofia, si incontra invece un parco di sculture fluviale. Opere di Mauro Staccoli, Luigi Mainolfi, Anne e Patrick Poirier, Hidetoshi Nagasawa, Flavio Favelli, Giuseppe Maraniello, Cuoghi e Corsello e altri accompagnano il visitatore in una passeggiata lungo il fiume Bidente che dal centro del paese si allunga per due chilometri a monte. In questa stagione, per chi volesse un momento refrigerante, si potrebbero anche sfruttare per un bagno le belle polle d’acqua che affiancano le sculture.

L’antesignano dei parchi italiani, l’esempio inimitato, è la Fattoria di Celle, la tenuta toscana nei pressi di Pistoia che ospita l’imponente collezione d’arte ambientale che Giuliano Gori e la sua famiglia hanno costituito dai primi anni Ottanta ad oggi, con circa 80 opere d’arte site specific realizzate da alcuni dei più importanti artisti del mondo, come Alberto Burri, Joseph Kosuth, Sol Lewitt, Richard Serra, Robert Morris, Giuseppe Penone, Magdalena Abakanowicz, Michelangelo Pistoletto, Daniel Buren, Giuseppe Spagnulo. Tutte nel pieno rispetto della natura e della indipendenza reciproca, giacché la tenuta ricopre un’intera collina, tra boschi, prati, cascine, filari, e anche se i lavori sono generalmente di grandi dimensioni, gli ampi spazi consentono a ciascuno una vita separata nel proprio ecosistema. Meta nel corso del tempo di pellegrinaggi di appassionati e turisti (in migliaia invadono il parco in occasione della tradizionale inaugurazione primaverile dei nuovi lavori) da pochi giorni sono nuovamente concesse le visite guidate su prenotazione.

Robert Morris, Claudio Parmiggiani, Melencolia II, 2002

Proseguiamo poi con il bel Castello di Ama, presso Gaiole in Chianti, la cui collezione è nata in collaborazione con la Galleria Continua, che del resto negli anni Novanta aveva dato vita a una mostra ricorrente di grandi artisti distribuita nei borghi e nei castelli della provincia di Siena. Il progetto, costituito da più installazioni, è perfettamente inserito nel contesto naturale e tra gli edifici, in perfetto dialogo con lo spirito che la tenuta e l’antico borgo emanano. A partire dal 1999 gli artisti sono stati invitati a lasciare una loro impronta indissolubile: Michelangelo Pistoletto, con il suo tronco dall’interno riflettente, Daniel Buren, con una muraglia invetriata, o Kendell Geers e Anish Kapoor, e il nuovo arrivato Miroslaw Balkacon Nervo rosso, un’opera dalla forte connotazione spirituale, un sottile filo rosso che va dal soffitto al pavimento nelle cantine dove riposa in botti l’ottimo Chianti classico. 

All’inizio degli anni ’90, l’artista svizzero Daniel Spoerri acquistò una tenuta sulle pendici del Monte Amiata; qui si è accostato alla natura e ha iniziato ad installare sculture. Nel 1997 il Giardino di Daniel Spoerri è stato inaugurato e da allora può essere visitato da Pasqua fino a ottobre. Attualmente ospita 113 installazioni di 55 artisti, su un territorio vasto circa 16 ettari, ricchi di bosco ed olivi. Il contrasto tra Eros e Thanatos è uno dei temi ricorrenti nel Giardino. Altre opere si confrontano con la mitologia o si richiamano all’astrologia. Una tra tutte, semplice ma intrigante, realizzata dallo stesso Spoerri, è la copia di Agathe Tyche, prodotta da Johann Wolfgang Goethe per la sua abitazione nel 1777, sorprendentemente simile a un’opera del Minimalismo contemporaneo e descritta da Arturo Schwarz come un “altare laico concepito per santificare l’amore che porta alla consapevolezza e all’armonia”. A partire dal 2016, il Giardino ospita una serie di workshop, incentrati sul tema “arte e botanica”, dal titolo WANT: durano una settimana e trasformano il parco in un polo di ricerca e in un punto di incontro per i rappresentanti di diverse discipline. 

Spostandosi ancora più a sud, vicino a Capalbio, iconico e caratteristico è poi, il Giardino dei tarocchi, interamente costruito da Niki de Saint Phalle: una vera foresta di case-scultura rappresentanti le 22 carte degli Arcani realizzate con materiali diversi: vetro, acciaio, porcellana, il tutto in un’overdose anarchica di colori.Per questa estate, il Giardino propone numerose attività all’aperto, che convogliano arte, natura e intrattenimento in un calendario intenso e diversificato che va a coprire un interesse polivalente: musica, cinema in piazza e performance sono alcuni esempi degli eventi di questa movimentata realtà maremmana. 

Niki de Saint Phalle, Giardino dei tarocchi

Proseguiamo rapidamente giungendo in Basilicata, con Arte Pollino, che sorge nel parco nazionale con l’area protetta più grande d’Italia, dove si trovano grandi opere d’arte di Anish Kapoor, Carsten Höller e Giuseppe Penone. Di quest’ultimo, incantevole il Teatro vegetale, un cerchio dal diametro di 125 metri, che esalta ed è esaltato dal luogo in cui sorge. Il principale progetto che unisce Arte Pollino a Matera è Ka Art, curato da Katia Anguelova, che si propone di attivare un’ampia partecipazione sociale toccando un tema di forte attualità: la “fragilità” dell’arte in rapporto alla “fragilità” naturale. Svolto in modalità sperimentali, come un’opera aperta e in progress, il progetto intende riscoprire le potenzialità di questo territorio post lockdown. 

Tra le plurime bellezze siciliane, a Castel di Tusa, spicca per peculiarità Fiumara d’arte: un museo all’aperto costituito da una serie di sculture di artisti contemporanei ubicate lungo gli argini del fiume Tusa. Nata da un’idea di Antonio Presti, nel 1982, con la commissione di un’opera a Pietro Consagra a ricordare il padre defunto, il collezionista ha subito immaginato di dar vita a un parco di sculture che coniughi il linguaggio contemporaneo all’aspra bellezza del paesaggio messinese. Nel tempo, imponenti opere di Tano Festa, Hidetoshi Nagasawa, Paolo Schiavocampo e altri artisti, sono state aggiunte alla collezione creando un agglomerato d’arte immerso nella natura. Respiro, la più recente opera aggiunta alla collezione, commissionata allo scultore palermitano Giacomo Rizzo, è stata posizionata sul bordo del mare, a pochi passi dall’Atelier sul mare, un albergo con stanze create dagli artisti,a coronare una vista già di per sé mozzafiato. 

Il nostro percorso termina a Gibellina, nella valle del Belice. La città, distrutta dal terremoto del 1968, venne ricostruita subito dopo per volontà del sindaco Ludovico Corrao interamente da artisti e architetti di fama internazionale, rendendola un vero e proprio museo a cielo aperto. Il celebre Grande Cretto di Alberto Burri, sulla vecchia Gibellina, è icona indiscussa a memoria del sisma che la distrusse. La città rimane un immenso laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica, in cui opere di valore interagiscono con lo spazio urbano secondo una prospettiva innovativa.  Opere di Mario Schifano, Andrea Cascella, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Leonardo Sciascia sono solo alcune dei numerosi interventi che costituiscono il progetto. Ma non solo arte: Gibellina è anche un museo en plein air dell’architettura moderna. Esempio ne sono la Chiesa Madre di Ludovico Quaroni, o il Sistema delle Piazze – così si chiama il susseguirsi di spazi all’ingresso del paese – degli architetti Franco Purini e Laura Thermes, o il municipio realizzato da Vittorio Gregotti, Giuseppe e Alberto Samonà.

Alberto Burri, Grande cretto, 1984-1989 (parziale); 2015 (totale)

Con questa tappa si conclude il nostro viaggio tra alcune delle bellezze naturali ed artistiche contemporanee d’Italia. La nostra non è una rassegna completa. I sopracitati sono solo alcuni dei tanti parchi d’arte contemporanea presenti sul territorio – tra cui ancora il borgo di Villa Verzegnis in Friuli, Ca’ La Ghironda presso Bologna, il Parco di Sculture del Chianti o il centro abitato di Peccioli – che non aspettano altro che di essere visitati in questo momento così particolare, perché hanno la fortuna di essere all’aria aperta. E di questi tempi, anche l’aria è un bene prezioso e un valore aggiunto alla scoperta cultura.

Sharing is caring!

Iscriviti alle nostre newsletter

L'Arte parla in tutte le lingue, ha sempre qualcosa da dire. Anche per e-mail.