Una luce in fondo al tunnel… anzi, alla Galleria, tra arte ed economia

”Inaugurata la nuova sede per Claudio Poleschi Arte Contemporanea a San Marino”
Sabato 2 Ottobre ho partecipato all’inaugurazione del nuovo spazio della galleria Claudio Poleschi Arte Contemporanea in via Consiglio dei sessanta a San Marino.

Si tratta di un bello spazio di 350 metri quadri che incorpora tutta l’esperienza e il mestiere di Claudio Poleschi, che dopo aver costruito con costanza e consapevolezza la propria carriera di gallerista e collezionista negli ultimi trent’anni, è approdato qualche tempo fa da Lucca a San Marino dove sta proseguendo con successo il proprio percorso di lavoro nell’arte, professione diversa da tutte le altre.

Al di là della bella cerimonia d’apertura alla presenza del Segretario di Stato alla Cultura della Repubblica di San Marino, con contestuale vernissage del duo di ceramisti Bertozzi & Casoni, nonché prima esposizione del bravo figlio d’arte Zeno Bertozzi, trovo che lo sforzo di Poleschi vada contestualizzato in un’aspirazione più ampia.

L’iniziativa imprenditoriale ed emozionale (trattandosi di arte) di Poleschi infatti comprende anche la creazione, insieme al Dr Maurizio Fontanini, di una start up che si chiama Art Share la quale consente agli appassionati aspiranti collezionisti d’arte di acquistare quote di opere in maniera condivisa così da frazionare e diversificare il proprio investimento.

Da appassionato d’arte e imprenditore sammarinese non posso che apprezzare e lodare questa contaminazione tra arte ed economia che si muove nel solco di un trend d’investimento che da qualche anno a questa parte ha visto il proliferare dei fondi specializzati nell’arte e una sempre maggiore propensione, per chi ne ha facoltà, di guardare all’arte come nuovo bene rifugio.

Al netto di ogni polemica su quanto sia possibile e appropriato paragonare un’opera d’arte ad un diamante o ad un lingotto d’oro e pur guardando con grande perplessità la nuova figura dell’art advisor, credo fermamente che l’arte auto alimenti il piacere per l’arte stessa e stimoli l’empatia del fruitore verso la bellezza, oltre a portare, perché no, un vantaggio economico che non guasta di certo.

Ecco allora che per un sammarinese come me, preoccupato per il futuro della nostra amata, piccola Repubblica, che si trova a navigare nel mare magnum dell’Europa dei bilanci ad armi impari, l’arte può diventare un linguaggio internazionale, un cibo per l’anima, un settore imprenditoriale e quindi una nuova attitudine politica e sociale in grado di dipingere e scolpire il nuovo genius loci di un piccolo territorio che però racchiude un grande Stato, come disse Abramo Lincoln, rivolgendosi ai Capitani Reggenti nel 1861.

Così l’inaugurazione di Sabato 2 Ottobre non è solo una ben augurante apertura di nuova sede di un esercizio commerciale, ma spero rappresenti un esempio da seguire, un’opera prima alla quale mi piacerebbe ne seguissero altre, una luce di speranza in fondo al tunnel, anzi alla galleria d’arte, in grado di riaccendere quel faro internazionale sul Titano come avveniva ai tempi della biennale di San Marino, curata da un certo Giulio Carlo Argan e che vide per molte edizioni tutti i più importanti artisti della seconda metà del ’900 esprimere la propria arte tra le bianche pietre della nostra capitale.

Francesco Chiari
Cittadino sammarinese e appassionato d’arte

Alcune immagini della mostra:


Segretario di Stato alla Cultura Andrea Belluzzi



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