Opere d’arte all’asta dopo la pandemia

La pratica di cedere opere di proprietà pubblica da parte dei musei per raccogliere i fondi necessari alle loro attività messe in crisi dal Covid-19 e dal conseguente lockdown, avallata poche settimane fa dall’Association of Art Museum Directors (AAMD), lo storico organismo che raduna i direttori dei musei di USA, Messico e Canada [www.artsharesales.com/i-musei-vendono-le-proprie-opere-per-sopravvivere/], sta cominciando a mietere le prime vittime. Se in America non si segnalano ancora cessioni clamorose, tranne quella, di per sé però degna di nota, di alcuni rari libri finora parte della collezione del MoMA di New York a prezzi che sfiorano i 3,000 € l’uno,  un fatto ben più significativo coinvolge il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.  È il caso del dipinto di Paul Gauguin Mata Mua, del valore di circa 45.6 milioni di dollari, fino a pochi mesi fa in bella mostra nel museo madrileno dove era ormai di casa. Ma la proprietaria, la collezionista Carmen Cervera, fondatrice del museo, pare avere ritirato l’opera, portandola fuori dal paese. Sembra che la vedova del barone Heinrich von Thyssen-Bornemisza, si stia apprestando a venderla, insieme ad altre opere come il Ponte di Charing Cross di Claude MonetMartha McKeene of Wellfeer di Edward HopperCavalli da corsa con paesaggio di Edgar Degas. Operazione lecita, senza dubbio, ma che lascia un inquietante segnale sul futuro dei musei post Covid-19. 

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