Michelangelo Pistoletto

Nato a Biella nel 1933, è una figura chiave dell’Arte Povera: non solo ne ha fatto parte, ma ha in qualche modo contribuito a crearla. Il suo percorso comincia tuttavia in chiave pop. È il suo autoritratto il tema principale della sua pittura tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, che egli declina su fondi rame, oro, nero. Dalla figura su fondo monocromo a quella su fondo riflettente il passo è breve, e da qui nascerà la serie famosa, ancora in corso, dei quadri specchianti, dove delle figure serigrafate a grandezza naturale si stagliano sulla superficie di acciaio inox lucidato. L’artista li motiva con un rovesciamento della prospettiva rinascimentale: la prospettiva chiude, ferma lo spazio sulla superficie, mentre lo specchio apre, include tutto ciò che sta davanti. 

Questi lavori ebbero un successo largo e immediato, anche negli Stati Uniti, dove Pistoletto esponeva alla Galleria di Leo Castelli. L’artista è solito raccontare perché dopo questo successo, decise di abbandonare tutto e indirizzare la sua arte su un’altra strada. Era a New York in taxi con Leo Castelli e Ileana Sonnabend, e proprio Castelli gli disse: “La mostra è andata bene, è un successo; ma se tu non decidi di venire a vivere a New York, di diventare uno dei nostri, per te qui non c’è chance”. Pistoletto restò così segnato da questa affermazione che non tornerà a New York per più di dieci anni. Subito dopo, tra il 1964 e il 1965, iniziò a produrre gli Oggetti in meno, quali una palla di cartapesta grande quanto una stanza o degli enormi vasi cilindrici vuoti. Oggetti presenti, ingombranti, ma del tutto inutili. Questi lavori, basati su materiali poveri, elementari, contribuiranno non poco a definire lo stile dell’Arte Povera. 

Se i materiali di scarto fanno spesso parte del lavoro di Pistoletto, tra cui la celeberrima Venere degli stracci (1967), lo specchio resta l’elemento più presente nella sua produzione, che l’artista ha declinato in modalità diverse, fino ad arrivare a infrangerlo in alcune performance più recenti. Dopo avere aperto una Fondazione a Biella, denominata Cittadellarte, dedicata al rapporto tra arte e società, da ormai una decina d’anni il centro del suo lavoro è il Terzo Paradiso: l’aspirazione che tra la natura (il primo Paradiso) e l’artificio (il secondo) si trovi una conciliazione.

Tra  i lavori di Pistoletto il mercato più importante è sicuramente ancora quello delle opere specchianti, che egli ha continuato a realizzare lungo tutto il suo percorso artistico. Molte di queste, realizzate tra gli anni Sessanta e i Settanta, giungono in asta a cifre piuttosto impegnative, tra uno e quattro milioni di dollari.

Arlecchino…

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