L’arte sempre più online. Parlano gli esperti di mercato

Molti dei cambiamenti accelerati durante la quarantena saranno probabilmente elementi permanenti nel mondo del mercato dell’arte. Su questa linea Artsy propone un’interessante dibattito sui caratteri delle aste online tra alcuni importanti operatori.

Se finora siamo stati abituati a vivere cicli di aste di sei mesi – a Londra, New York e Hong Kong – l’ambiente digitale cambierà completamente i tempi, oltre ovviamente ai luoghi, presentando cicli più fluidi, vendite cross-category e a tema. “Una delle questioni chiave però rimane la capacità o meno di vedere le opere d’arte di persona. Le aste possono essere trasferite nello spazio virtuale, ma vedere le opere d’arte di persona non ha un vero sostituto, almeno non ancora”, afferma Beverly Schreiber Jacoby, consulente artistico e fondatore di BSJ Fine Art. È altrettanto vero però che, come afferma la consulente d’arte Elizabeth Margulies, “non poter vedere le opere di persona gioca un ruolo importante, ma se sei un collezionista esperto non hai necessariamente bisogno di vedere l’opera di persona se conosci il lavoro di quel particolare artista”.

Non c’è dubbio, l’arte è migliore se vista e vissuta in prima persona, e le aste dal vivo forniscono elettricità ed energia, tuttavia, a causa della diminuzione del numero degli spostamenti fisici e del potenziamento delle nuove tecnologie, la sfera virtuale continuerà a pulsare e con tutta probabilità a crescere grazie all’adozione di strumenti 3D e virtuali sempre più sofisticati, confermano gli esperti ad Artsy.

Del resto “le aste virtuali sono state un sospiro di sollievo negli ultimi mesi. Si prevede che la ricchezza totale detenuta nel sistema dell’arte crescerà da $ 900 miliardi fino a $ 2,6 trilioni entro il 2026. Non si può negare la crescente stabilità del mercato. In tempi di crisi, l’arte ha storicamente dimostrato di essere un rifugio sicuro” afferma Julie Miyoshi Art advisor e co-fondatore di Art Firm Advisor.

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