La proprietà collettiva sta salvando una galleria d’arte sudafricana in tempi precari 

Pochissime gallerie sopravvivono, meno ancora prosperano, senza un gruppo di persone intelligenti, laboriose e ben collegate. La galleria sudafricana Stevenson è fiorita attraverso un modello di partnership che, se non unico, rimane decisamente raro nel mercato privato. La galleria (come riportato da Artnet), è mantenuta da 13 partner (Stevenson compreso), ciascuno con una partecipazione azionaria non superiore al 12,5 %. Il viaggio della galleria fino a questo punto include un ricco spunto di riflessione su modi alternativi per sopravvivere e avere successo in un mercato storicamente arduo che è diventato solo più complesso negli ultimi tempi. 
Come la galleria fisica, il modello aziendale si è espanso gradualmente. Nel 2011, Michael Stevenson ha venduto le prime azioni della società ai suoi cinque direttori di gallerie. Altri partner si sono uniti alla struttura proprietaria nel tempo, con le ultime quote vendute all’inizio del 2020. Il patrimonio della galleria è ora completamente distribuito. Secondo Joost Bosland, uno dei partner, la proprietà condivisa offre numerosi vantaggi. In particolare, distribuire la proprietà in modo ampio e strategico produce tre vantaggi fondamentali: migliore conservazione dei talenti, maggiore coinvolgimento di chi vi opera e maggiore diversità. 

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