“Abbiate una mentalità commerciale o non riaprite”: la minaccia del governo britannico mette in pericolo i musei

A seguito dell’ingente pacchetto di sostegno da 1,57 miliardi di sterline annunciato dal governo britannico per le organizzazioni museali a luglio e invidiato dall’intero mondo della cultura, proprio il governo ha ora avvertito i musei stessi che dovranno compiere maggiori sforzi per commercializzare le loro operazioni se vogliono continuare a fare affidamento sul sostegno statale. Il Ministro della Cultura Oliver Dowden ha esortato i direttori dei musei ad “adottare un approccio il più possibile commerciale e di massa, perseguendo ogni opportunità per massimizzare le fonti di reddito alternative”. Se non lo fanno, avverte, “non sarò in grado di sostenere la causa di un ulteriore sostegno finanziario per il settore”. 

L’affermazione non avrebbe particolare rilievo, se non fosse manifestazione di come i tempi stanno cambiando anche nel Regno Unito. Il sistema culturale britannico tradizionalmente considerava l’accesso ai musei libero e gratuito, e non erano previsti biglietti di ingresso per le collezioni permanenti. Ora, sono anni che le cose stanno cambiando, per cui se le collezioni restano gratuite, le mostre temporanee sono a pagamento. E spesso queste ultime rappresentano la ragione vera per cui si va al museo. Non è chiaro, tuttavia, come i musei possano raccogliere somme significative di entrate aggiuntive con un numero di visitatori nettamente inferiore a causa della situazione pandemica. 

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