I musei vendono le proprie opere per sopravvivere

Negli Stati Uniti i musei in difficoltà economica mettono in vendita le proprie opere d’arte. La decisione arriva dopo il via libera da parte dell’Association of Art Museum Directors (AAMD), organismo che raggruppa i direttori dei musei di USA, Messico e Canada. Dopo aver preso coscienza dell’attuale situazione finanziaria, frutto della pandemia in atto, e senza certezze sulle tempistiche di ripresa economica, L’AAMD si è vista costretta a prendere la difficile decisione di permettere ai singoli musei di cedere le proprie opere per coprire le spese vive di gestione. È questa una novità assoluta, in quanto fino a questo momento la cessione di opere era consentita solo al fine di raccogliere fondi per acquistare opere più importanti, pratica comunque rara e non immune da critiche. Nonostante la notevole libertà concessa, che non comporta il rischio di censure e sanzioni, rimangono invariate le restanti linee guida dell’associazione. 

Come afferma Brent Benjamin, presidente dell’AAMD, ci saranno però delle regole: “per utilizzare i proventi da cessione di opere, i musei dovranno avere una policy approvata dal loro consiglio d’amministrazione, nella quale venga stabilito quale tipo di spesa sia considerata ai fini della gestione diretta delle collezioni, e la stessa policy dovrà essere accessibile pubblicamente.”

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